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L’Isola di Ustica

L’isola di Ustica, situata nel Mar Tirreno, 36 miglia a nord da Palermo con una estensione di circa 9 kmq, si è formata da un antico sistema vulcanico la cui attività  ebbe inizio nell’Era Neozoica (circa un milione di anni fa) in seguito alla formazione di una profonda frattura sul fondo del mare.

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Geografia

L’isola di Ustica si trova nel Mar Tirreno a circa 67 km a nord-ovest di Palermo e a 95 km a nord-ovest di Alicudi, ma non fa parte delle Isole Eolie; occupa una superficie di circa 8,65 km² con una circonferenza di 12 km,
La caratteristica naturale peculiare dell’isola è la presenza di numerose grotte che si aprono lungo le coste alte e scoscese, così come numerosi scogli e secche presenti tutt’intorno all’isola; sono da menzionare la grotta Verde, grotta Azzurra, grotta della Pastizza, grotta dell’Oro, grotta delle Colonne e gli scogli del Medico e della Colombara. Scarseggiano nell’isola le risorse idriche.

Geologia

Geologicamente essa è affine alle Eolie e di origine vulcanica; sono presenti infatti dei rilievi collinari che rappresentano le vestigia di antichi vulcani (Punta Maggiore, 244 m; Guardia dei Turchi, 238 m) e dividono l’isola in due versanti.

Ambiente terrestre

La vegetazione naturale è¨ piuttosto scarna, è stata comunque ampiamente stravolta dalla presenza dell’uomo e dalle sue coltivazioni. Tra le specie di flora più rappresentate troviamo macchia Artemisia arborea, Lentisco, Calycotome spinosa e Ginestra. Meno diffusa la presenza di piante da frutto come ulivi, mandorli e viti. E’ presente anche una diffusa steppa mediterranea. Ustica è anche nota per essere l’habitat naturale dell’Apis mellifera sicula. Ad Ustica si trova la riserva naturale orientata “Isola di Ustica”.

Ambiente marino

E’ presente un’area marina protetta, l’Area marina protetta Isola di Ustica, che fu la prima riserva marina protetta italiana istituita nel 1986, La flora e la fauna marina di Ustica assomigliano per alcuni versi a quella tropicale che la rendono meta ambita per gli appassionati di immersioni. Sono presenti coralli, rose di mare e una variopinta vegetazione. La fauna marina è composta principalmente da aragoste, cernie, dentici, ricciole, saraghi, barracuda, pesci pappagallo, pesci balestra e spugne.

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Storia

Gli antichi romani la chiamavano Ustica (da ustum = bruciato) mentre i greci, Osteodes, («ossario»), per i resti di mercenari che vi sarebbero morti per fame e sete. Da alcuni viene ritenuta la dimora della maga Circe, citata nell’Odissea, che trasformava gli incauti visitatori in maiali.
Gli insediamenti umani risalgono al Paleolitico; alcuni scavi archeologici hanno portato alla luce i resti di un antico villaggio cristiano. Sepolture, cunicoli e una gran quantità di reperti archeologici ritrovati anche sott’acqua, a causa dei tanti naufragi avvenuti nel tempo, testimoniano una presenza costante, nel luogo, di vari antichi popoli mediterranei, Fenici, Greci, Cartaginesi e Romani che vi lasciarono vestigia dappertutto. In seguito divenne base dei pirati saraceni e lo rimase per lunghissimo tempo.
Nel VI secolo vi si stabilì una comunità Benedettina, ma fu ben presto costretta a spostarsi a causa delle imminenti guerre fra Cristiani e Musulmani. Nel Medioevo fallirono dei tentativi di colonizzare l’isola a causa delle incursioni dei pirati barbareschi, che fecero dell’isola un proprio rifugio.
Nel 1759 Ferdinando IV di Borbone impose una colonizzazione dell’isola; furono edificate due torri di guardia, Torre Santa Maria e Torre Spalmatore, che facevano parte del sistema di avviso delle Torri costiere della Sicilia, cisterne per raccogliere l’acqua piovana e case che costituirono il centro abitato principale presso la Cala Santa Maria. Vi vennero coloni palermitani, trapanesi ed eoliani, accompagnati da un centinaio di soldati.

La Torre di Cala S. Marì­a

Situata sulla Cala Santa Maria, inizialmente ospitò militari, cessata la necessità di difendersi divenne abitazione per le autorità del luogo ed in seguito carcere, finchè rimase abbandonato. Dal 1972, data del primo restauro, viene destinata ad ospitare il Museo Archeologico.

La Torre dello Spalmatore

Costruita nel 1763 come torre di avvistamento e di difesa contro le incursioni dei pirati, fu poi adibita a caserma dei Carabinieri per il servizio della Colonia del confino ed anche per abitazione privata. Dopo un periodo di abbandono fu restaurata ed affidata alla Riserva Naturale Marina.

Il Villaggio preistorico

Nei pressi dei Faraglioni, è stato scoperto un insediamento risalente al periodo del bronzo, con capanne circolari cui si sono sovrapposte capanne a pianta quadrata. L’abitato è percorso da una “strada principale” che denota l’esistenza di un piano urbanistico e quindi il riconoscimento di luoghi pubblici.

Chiesa di S. Fernando Rey

La chiesa, dedicata a S. Ferdinando Re, fu fabbricata nel 1768. Rovinata per un’alluvione, fu ricostruita nel 1787 e poi ampliata nel 1800. Allo stato attuale nella chiesa si individuano sette epigrafi funebri che originariamente erano poste a terra lungo le navate.